PAROLE IN FOLLE

By: Voci Globali
  • Summary

  • Disagio mentale, identità, migrazioni. Attraverso le voci poetiche dei giovani africani la testata giornalistica Voci Globali raccoglie i suoi due progetti Afro Women Poetry e One Global Voice. Il primo riguarda la poesia contemporanea al femminile dell’Africa sub-sahariana. Il secondo invece la salute mentale, quella che in Africa è spesso chiamata follia e che noi raccontiamo attraverso l’esperienza e la scrittura, anche in questo caso, di giovani poetesse e poeti, slameur e slameuse, artiste/i di spoken word.

    Le testimonianze raccolte sono tante, noi ne abbiamo scelta qualcuna per rappresentare quel mondo giovanile – ma non solo – sopraffatto da crisi personali, dal giudizio altrui, dalle conseguenze della pandemia, dagli effetti di un isolamento esistenziale o reale, dalla povertà, da quella mancanza di prospettive e speranza nel futuro che spinge alla fuga, a tentare strade diverse: l’attraversamento dei confini e del mare. Le migrazioni…

    Da oggi, e per sei settimane, racconteremo storie, ascolteremo storie. Storie e parole, generate dal disagio mentale, dalla difficoltà di vivere. Parole folli. Parole in attesa, anch’esse, di una via di fuga da quelle catene che stringono il cuore, che tengono immobili, piegati sul dolore. Parole che non hanno bisogno di essere spiegate, interpretate, analizzate. È questa la forza della poesia, dopotutto. I testi che ascolterete toccano quindi il tema della salute mentale, ma anche quello dell’identità, dei danni provocati dalle colonizzazioni, dei viaggi dei migranti. E poi uno sguardo particolare alle donne, voci protagoniste di un’Africa che cambia, che vuole raccontarsi e che, determinata, combatte e spazza via stereotipi stantii.

    Il progetto è sostenuto da Fondazione Cariparo nell'ambito del bando CulturalMente.
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Episodes
  • Sesta Puntata
    Apr 25 2022
    Uno degli stereotipi più marcati nel continente sub-sahariano riguarda la figura della donna. Una figura riempita di aggettivi, immagini modellate e standardizzate, come se si potesse ridurre in concetti semplici e rigidi una tale ricchezza di esperienze, di vite, di approcci alla vita. Donna ipersessualizzata, quella africana, sottomessa, destinata alla maternità, adattata al peso (fisico e metaforico) da portare dalla nascita alla morte.
    Ma è davvero così? Quello che emerge dai testi che ascolteremo è innanzitutto la consapevolezza di sé stesse e del proprio valore. Quello che emerge è il contrario della remissività, è il contrario dell’ignoranza, è il contrario di un pensiero e di azioni vuote o esclusivamente rivolti alla cura dell’altro e all’accettazione di modelli sociali, troppo spesso ancora impregnati della pressione coloniale. Quello che emerge è la libertà di scelta, la libertà di parola, la libertà di ribaltare pregiudizi e comportamenti fissati da società patriarcali. La parola diventa così strumento potente di emancipazione. E una guida, per sé e per le generazioni di giovani donne che verranno.

    CREDITS

    Poesie: "Cara donna africana", Brenda Dokmah Bakomora; "Sei donna", Ama Nuamah; "L’amore", Lyne des mots; "Ipersessualizzazione della donna africana", Carolyne Afroetry; "Oh Donna", Afia Amoaa Oppong-Kwakye

    Interpreti: Angela Abasimi, Letizia Kasala
    Traduttrici: Julia Arena, Giovanna Molinelli, Luciana Pepino, Pina Piccolo, Maria Luisa Vezzali
    Coordinatori del progetto: Davide Galati e Antonella Sinopoli
    Alla parte tecnica, suono e montaggio: Riccardo Falcari
    Sonorità: Fabio Romanato
    Social media: Emanuele Bozzoni

    Questi podcast fanno parte di "One Global Voice - Uniti e unici nel valore della diversità", un progetto della testata giornalistica e associazione Voci Globali, sostenuto da Fondazione Cariparo nell'ambito del bando CulturalMente 2020.
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    19 mins
  • Quinta Puntata
    Apr 19 2022
    “Senza punti di riferimento”, potrebbe essere il titolo di questo podcast. Che è poi il titolo di una delle poesie presentate (di un’autrice togolese). Ma nelle parole degli autori (Costa d’Avorio, Ghana, Uganda) c’è anche la ricerca di punti di riferimento diversi. Quelli cercati nella propria mente, quelli cercati quando si intraprende il viaggio da migrante. Infine, punti di riferimento propri rispetto a quelli imposti dalla presenza - prima schiavista, poi coloniale, poi consumistica e globalizzatrice - dell’Occidente. Così l’Africa e i giovani africani fuggono, si perdono o si interrogano. E cercano di “ripulire” le proprie identità, spesso falsificate o rese confuse da secoli di narrazioni sbagliate, affrettate, incomplete. Narrazioni in cui i giovani africani spesso fanno fatica a riconoscersi.

    CREDITS

    Poesie: "Immigrazione", Hélène Beket; "Sono un rifugiato nella mia mente", Alex Kitaka; "Senza punti di riferimento", Marcelline Mensah-Pierucci; "I padroni del mondo", Holy Dolores; "Lo specchio infranto: insegnare alle persone a odiare sé stesse…", Nana Akosua Hanson

    Interpreti: Angela Abasimi, Frank Afrifa, Letizia Kasala, Junior Tene
    Traduttrici: Michela Mengoli, Pina Piccolo, Milena Rampoldi, Gaia Resta, Maria Luisa Vezzali
    Coordinatori del progetto: Davide Galati e Antonella Sinopoli
    Alla parte tecnica, suono e montaggio: Riccardo Falcari
    Sonorità: Fabio Romanato
    Social media: Emanuele Bozzoni
    Sigla ("La prière du désespéré"): Ayeva Falak

    Questi podcast fanno parte di "One Global Voice - Uniti e unici nel valore della diversità", un progetto della testata giornalistica e associazione Voci Globali, sostenuto da Fondazione Cariparo nell'ambito del bando CulturalMente 2020.
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    17 mins
  • Quarta Puntata
    Apr 11 2022
    In questa puntata mescoliamo il tema della sanità mentale (con un’autrice e un autore ugandesi) con il senso di inadeguatezza di un giovane poeta kenyota e con riflessioni che sembrerebbero diverse tra loro e invece hanno la stessa radice. La prima, di una slameuse ivoriana, prende forma in una celebrazione del “nero”. Quel nero che “non è un colore ma un valore”. Eppure, del nero, dell’essere nero, spesso ci si vuol disfare. E si vuole partire, andare lontano, diventare e comportarsi da bianchi – come scrive la poetessa ghanese con cui si chiude il podcast. E rischiare che quella ricerca di altro si trasformi nella perdita di ciò che si ha, di ciò che si è.

    CREDITS

    Poesie: "Senza titolo", Alum Comfort Anne; "I deboli pilastri della sanità mentale", Ronald K Ssekajja; "Il nero", Lyne des mots; "Occhi d’oceano", Bayable Word; "Ada", Ama Anima Nuamah

    Interpreti: Angela Abasimi, Frank Afrifa, Letizia Kasala, Junior Tene
    Traduttrici: Julia Arena, Giovanna Molinelli, Gaia Resta, Maria Luisa Vezzali
    Coordinatori del progetto: Davide Galati e Antonella Sinopoli
    Alla parte tecnica, suono e montaggio: Riccardo Falcari
    Sonorità: Fabio Romanato
    Social media: Emanuele Bozzoni
    Sigla ("La prière du désespéré"): Ayeva Falak

    Questi podcast fanno parte di "One Global Voice - Uniti e unici nel valore della diversità", un progetto della testata giornalistica e associazione Voci Globali, sostenuto da Fondazione Cariparo nell'ambito del bando CulturalMente 2020.
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    17 mins

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