Uno degli stereotipi più marcati nel continente sub-sahariano riguarda la figura della donna. Una figura riempita di aggettivi, immagini modellate e standardizzate, come se si potesse ridurre in concetti semplici e rigidi una tale ricchezza di esperienze, di vite, di approcci alla vita. Donna ipersessualizzata, quella africana, sottomessa, destinata alla maternità, adattata al peso (fisico e metaforico) da portare dalla nascita alla morte.
Ma è davvero così? Quello che emerge dai testi che ascolteremo è innanzitutto la consapevolezza di sé stesse e del proprio valore. Quello che emerge è il contrario della remissività, è il contrario dell’ignoranza, è il contrario di un pensiero e di azioni vuote o esclusivamente rivolti alla cura dell’altro e all’accettazione di modelli sociali, troppo spesso ancora impregnati della pressione coloniale. Quello che emerge è la libertà di scelta, la libertà di parola, la libertà di ribaltare pregiudizi e comportamenti fissati da società patriarcali. La parola diventa così strumento potente di emancipazione. E una guida, per sé e per le generazioni di giovani donne che verranno.
CREDITS
Poesie: "Cara donna africana", Brenda Dokmah Bakomora; "Sei donna", Ama Nuamah; "L’amore", Lyne des mots; "Ipersessualizzazione della donna africana", Carolyne Afroetry; "Oh Donna", Afia Amoaa Oppong-Kwakye
Interpreti: Angela Abasimi, Letizia Kasala
Traduttrici: Julia Arena, Giovanna Molinelli, Luciana Pepino, Pina Piccolo, Maria Luisa Vezzali
Coordinatori del progetto: Davide Galati e Antonella Sinopoli
Alla parte tecnica, suono e montaggio: Riccardo Falcari
Sonorità: Fabio Romanato
Social media: Emanuele Bozzoni
Questi podcast fanno parte di "One Global Voice - Uniti e unici nel valore della diversità", un progetto della testata giornalistica e associazione Voci Globali, sostenuto da Fondazione Cariparo nell'ambito del bando CulturalMente 2020.