Osignano è timida, adagiata contro la collina: si protegge le spalle, e se ne sta accoccolata nel suo angolo di mondo: sei nella Valle del Vedeggio, ai piedi del maestoso Monte Tamaro. Tra i ciottoli delle strade più antiche spuntano mazzi di erbe e di fiori: potresti raccogliere qualche dente di leone selvatico, eppure Osignano è tanto bella così, che preferisci passeggiare tra i suoi vicoli stretti senza lasciare traccia. Le case in pietra, con le facciate ancora a vista, sono quelle di un tempo: nella parte inferiore del paese sono modeste, rurali, e mentre ci cammini accanto viene naturale far scorrere una mano contro le pareti antiche. Salendo, il paesaggio cambia: questa è l’altra faccia del villaggio, con case più imponenti, più chiare e curate, collegate fra loro a formare una lunga silhouette: è il profilo di Osignano, che porge la guancia alle distese verdeggianti circostanti e la boscosa collina che l’avvolge. Fai qualche passo al di fuori dal nucleo abitato, e fedele come un animale ti accompagna il torrente: scorre tranquillo ai margini del paese, che percorri lentamente fino a sud, alla cappella di San Rocco, un gioiellino del XVII secolo. Ecco, dopo tutto l’hai capito da quando l’hai vista, timida, da lontano. Sta qui la bellezza di Osignano: non ha niente a che fare con i grandi eventi o le attrazione turistica, ma c’entra tutto con i denti di leone che crescono sul selciato, la melodia dei torrenti che incessantemente scorrono, e l’abbraccio denso e boscoso della natura tutto intorno.