• Donne e Pensiero Politico

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Donne e Pensiero Politico

By: AA.VV.
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  • Donne e Pensiero Politico (DoPP) è un progetto curato da Federico Trocini (UniBg), Giuseppe Sciara (UniBo) e Cristina Cassina (UniPi). Nato nella primavera del 2020, gode del sostegno attivo dell'Istituto Salvemini di Torino. Esso si propone di percorrere la storia del pensiero politico a cavallo tra Sette, Otto e Novecento attraverso una prospettiva "al femminile", originale, tesa a riesaminare e valorizzare il contributo teorico delle donne al dispiegamento dei principali concetti della modernità politica. Questo avviene grazie alla collaborazione di numerosi studiosi e studiose del settore.
    DoPP2020
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Episodes
  • Teoria e politica dei corpi in Judith Butler - Maria Giulia Bernardini
    Jun 30 2023
    La ventitreesima video-lezione di "Donne e Pensiero Politico" è dedicata a Judith Butler (1956-), senza dubbio una delle figure intellettuali più contestate, controverse e fraintese del panorama filosofico contemporaneo. Grazie al suo scritto più noto, "Questione di genere" (1990), e alla sua serrata critica anti-identitaria, sin dai primi anni Novanta del Novecento è entrata stabilmente a far parte dello "star system" del femminismo americano. Il suo percorso intellettuale, segnato da un certo eclettismo, si contraddistingue soprattutto per il fatto che, ai suoi occhi, fare filosofia significa farlo in modo politicamente impegnato. A lei dobbiamo infatti la teoria della "performatività del genere", secondo la quale il genere che "marchia i corpi" diviene tale solo grazie alla ripetizione continua, quasi rituale, di atti che finiscono per ingenerare una conformità di comportamento. In altre parole, non si nasce "donne" o "uomini", ma lo si diventa, a seconda delle pressioni che il contesto sociale esercita su ciascuno di noi e delle norme alle quali ciascuno di noi deve adeguarsi. Il genere, secondo Butler, è dunque performato e non attiene all’identità. A suo giudizio restano tuttavia degli spazi residuali, cioè quelli occupati dalle minoranze sessuali, che performano il genere secondo modalità trasgressive e che, così facendo, concorrono non solo a contestare la norma, ma anche a riformularla. Sulla base di tutto ciò è evidente come, nel caso di Butler, la riflessione filosofica finisca per sposare l’impegno in favore dei diritti civili e particolarmente quelli in favore della comunità LGBT+. Sarebbe nondimeno ingeneroso ricondurre l’opera di Butler al solo ambito del femminismo e della "teoria queer". Mettendo al centro della sua riflessione temi come la corporeità, la vulnerabilità e la precarietà, ciò che in realtà sta più a cuore a Butler è la ridefinizione del soggetto come "soggetto in relazione", in netto contrasto con la tradizione liberale del soggetto individuale pienamente autonomo. Da qui l’idea che "l’umano non stia in piedi da solo" e che prenderne consapevolezza costituisca la premessa fondamentale da cui partire per rivendicare maggiore giustizia sociale. A incaricarsi della ricostruzione della riflessione teorica di Judith Butler è Maria Giulia Bernardini, docente di filosofia del diritto all’Università di Ferrara.
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    16 mins
  • Judith Shklar: il liberalismo della paura - Giovanni Damele
    Jun 23 2023
    La ventiduesima video-lezione di “Donne e Pensiero Politico” è dedicata a Judith Nisse Shklar (1928-1992). Nata a Riga da una famiglia di lingua tedesca ma di religione ebraica, sfuggì fortunosamente alla Shoah e nel 1941, dopo un rocambolesco viaggio attraverso Svezia, URSS, Giappone e Stati Uniti, riuscì infine a stabilirsi con la sua famiglia in Canada. Tipica esponente dell’emigrazione intellettuale europea in Nord America, fu allieva ad Harvard di Carl Joachim Friedrich (1901-1984) e, sempre ad Harvard, fu tra le prime donne a ottenere un incarico di docenza. L’esperienza della persecuzione e della fuga costituiscono un tema centrale della sua riflessione politica, la quale si sarebbe non a caso caratterizzata per il suo realismo o, per usare la definizione di Seyla Benhabib (1950-), per il suo "liberalismo distopico". Tra i suoi lavori più importanti rientra, in evidente contraltare a "A Theory of Justice" (1971) di John Rawls (1921-2002), "The Faces of Injustice" (1990). Qui, richiamandosi a pensatori quali Montaigne (1533-1592) e Montesquieu (1689-1755), Judith Shklar si sarebbe fatta interprete di un orientamento perlopiù eccentrico nel panorama anglosassone della seconda metà del Novecento, in quanto, da un lato, rivolto a minimizzare le conseguenze della malvagità intesa come caratteristica immanente alla natura umana e, dall’altro, tendente a escludere ogni orizzonte di estinzione dello Stato e delle sue funzioni. A incaricarsi in maniera particolarmente efficace della ricostruzione del pensiero politico di Judith Shklar è Giovanni Damele, docente di filosofia politica presso la Facultade de Ciências Sociais e Humanas dell’Universidade Nova di Lisbona.
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    14 mins
  • Frances Wright alla scoperta degli Stati Uniti - Federica Falchi
    Jun 16 2023
    La ventunesima video-lezione di "Donne e Pensiero Politico" è dedicata a una delle più interessanti pioniere del pensiero politico al femminile. Ci occupiamo infatti di Frances Wright (1795-1852), una delle prime pensatrici ad averci restituito un’immagine complessa della realtà politica e sociale nordamericana. Ben prima di un altro importante viaggiatore europeo, il ben più noto e celebrato Alexis de Tocqueville (1805-1859) autore de "La democrazia in America", Frances Wright coltivò una precoce ammirazione nei confronti degli Stati Uniti. Tra 1818 e 1820 vi compì infatti un lungo viaggio, in occasione del quale ebbe modo di entrare in contatto con alcune delle più prominenti figure politiche dell’epoca, tra cui La Fayette, Thomas Jefferson e John Adams. Convinta sostenitrice del sistema politico repubblicano, Frances Wright si impegnò a fondo in favore dell’emancipazione femminile e dell’abolizione della schiavitù. Figura complessa di teorica e di riformatrice sociale, diede impulso a controversi progetti di comunità ispirate all’utopismo oweniano, tra cui in particolare quelle di Nashoba e New Harmony. Critica nei confronti dell’opprimente moralismo religioso dominante nella società nordamericana, Frances Wright fu costantemente bersaglio di feroci polemiche, che, sopravvivendo alla sua scomparsa, hanno finito per gettare una fitta coltre di oscurità sul valore e sull’originalità della sua produzione intellettuale. A introdurci al riesame della sua figura e della sua opera è Federica Falchi, docente di Storia delle Dottrine Politiche presso il Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni dell’Università di Cagliari.
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    15 mins

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