Showing results by publisher "Audible Studios" in Economics

What explains the growing class divide between the well-educated and everybody else? Noted author Brink Lindsey, a senior scholar at the Kauffman Foundation, argues that it's because economic expansion is creating an increasingly complex world in which only a minority with the right knowledge and skills - the right "human capital" - reap the majority of the economic rewards. The complexity of today's economy is not only making these lucky elites richer - it is also making them smarter.

Instead of going where other journalists have gone in search of this story - the board rooms and trading floors of the big Wall Street firms - Scheer goes back to Washington, D.C., a veritable crime scene, beginning in the 1980s, where the captains of the finance industry, their lobbyists and allies among leading politicians destroyed an American regulatory system that had been functioning effectively since the era of the New Deal.

In this incisive new book, Michael Mandelbaum argues that the era marked by an expansive American foreign policy is coming to an end. During the seven decades from the U.S. entry into World War II in 1941 to the present, economic constraints rarely limited what the United States did in the world. Now that will change. The country's soaring deficits, fueled by the huge costs of the financial crash and of its entitlement programs - Social Security and Medicare - will compel a more modest American international presence.

When Corporations Rule the World explains how economic globalization has concentrated the power to govern in global corporations and financial markets and detached them from accountability to the human interest. It documents the devastating human and environmental consequences of the successful efforts of these corporations to reconstruct values and institutions everywhere on the planet to serve their own narrow ends.

The most valued workers today are what the economist Richard Florida calls the Creative Class, skilled individuals ranging from money managers to makeup artists, software programmers to steadycam operators who are in constant demand around the world.

You know them at first sight: teammates or colleagues, direct reports or bosses who radiate enthusiasm, positive energy, and inspiration. Even in difficult circumstances they glow with an attitude that inspires others, fosters a great working experience for everyone, and creates empowering relationships. And Lynda Gratton can make sure you're one of them.

What is the GDP, and what does it mean? Why does the stock market go down when interest rates go up? What causes a dreaded recession? Economics impacts everyone's life, but most people take on faith what they read in the newspaper. Now, for anyone who doesn't know much about economics, noted economist Todd Buchholz explains it all simply and clearly. With refreshing wit and irreverence, Buchholz takes listeners by the hand and reveals the basic rules behind everything from food prices to trade deficits.

How did a small southwest town transform itself into a hotbed of research science, advanced technology, and money? Tracking key figures in Santa Fe's emerging industries, Ed Regis explains how entrepreneurial scientists are using complexity theory and powerful, experimental computer programs to create practical - and profitable - applications. Their efforts to convert vast, diverse data, whether chemical or biological or computational, into useful information is leading to new drugs and medical therapies, ultimately revolutionizing our understanding of effective business strategies.

We have released the genie from the bottle: climate change is coming, and there's no stopping it. The question, according to Matthew Kahn, is not how were going to avoid a hotter future but how were going to adapt to it. In Climatopolis, Kahn, one of the worlds foremost experts on the economics of the environment, argues that cities and regions will adapt to rising temperatures over time, slowly transforming our everyday lives.

Hard Sell tells you things about the American pharmaceutical industry you'd rather not know and about practices you'd rather weren't happening. But once you pick it up, you won't want to put this book down.Jamie Reidy is to the pharmaceutical business what Jerry Maguire was to professional sports and Frank Abagnale (Catch Me If You Can) was to bank fraud. He's the guy who's been there, done that, and walked away with the insider stories.

Can a country be a democracy if its government only responds to the preferences of the rich? In an ideal democracy, all citizens should have equal influence on government policy - but as this book demonstrates, America's policymakers respond almost exclusively to the preferences of the economically advantaged.

Dalle prime iniziative solidaristiche del '700 ai grandi gruppi cooperativi del mondo contemporaneo: storia, caratteristiche, diffusione di una forma di impresa che opera nel mercato, ma persegue fini mutualistici. I punti di forza e di debolezza rispetto all'impresa capitalistica, la governance, le vicende italiane.

C'è una linea immaginaria eppure realissima, una ferita non chiusa, un luogo di tutti e di nessuno di cui ognuno, invisibilmente, è parte: è la frontiera che separa e insieme unisce il Nord del mondo, democratico, liberale e civilizzato, e il Sud, povero, morso dalla guerra, arretrato e antidemocratico. È sul margine di questa frontiera che si gioca il grande gioco del mondo contemporaneo.

L'Unione allargata a 28 paesi rappresenta una costruzione istituzionale e politica unica, ma anche un modello ideale. Sappiamo davvero come funziona? Quali sono le azioni, i programmi e le risorse che vengono preparati e mobilitati per raggiungere una certa omogeneità di sviluppo tra i paesi membri?

Dalla Compagnia delle Indie a Microsoft sono da sempre protagoniste dell'economia mondiale. Spesso di grandissime dimensioni, talvolta di formato tascabile, con una lunga storia nei paesi industrializzati, ma oggi in crescita anche nelle economie emergenti, le multinazionali sono osannate o contestate, in realtà poco conosciute.

In Italia - che pure non è tra i Paesi con più elevata disuguaglianza - i dieci individui più ricchi posseggono più risorse economiche dei circa tre milioni di individui più poveri. Molte sono le questioni di natura economica e politica che tale divario solleva. Quanta parte della ricchezza di un individuo deriva dal suo impegno e quanta invece è frutto del caso? Quanto contano eredità e origini sociali? È giusto che lo Stato si preoccupi di redistribuire la ricchezza o non dovrebbe piuttosto assicurare a ciascuno le stesse opportunità?

È giusto cancellare il debito dei paesi più poveri? In che misura può contribuire a combatterne la povertà? Come agisce in questo campo la comunità internazionale? Personalità di governo e celebrità del mondo dello spettacolo, gruppi religiosi e Ong hanno attirato negli ultimi anni l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale su questo tema. E si è andata affermando la convinzione che il debito del Terzo mondo sia la più tipica espressione del dominio del ricco sul povero e che sia quindi moralmente giusto abolirlo.

Da più di sessant'anni è, insieme al Wto e alla Banca mondiale - le altre due organizzazioni nate dagli accordi di Bretton Woods nel 1944 -, un pilastro dell'ordine economico internazionale. Ne sono prova gli interventi messi in atto dal Fondo monetario in molti paesi per fronteggiare la crisi dei mutui subprime, e il sostegno fornito alla Grecia, che nel maggio 2010 ha rischiato una bancarotta dello stato.

La crisi globale pone sfide inedite all'Europa e richiede un convinto rilancio del processo di integrazione. Il volume guarda all'economia europea da una duplice prospettiva: la prima parte ripercorre le principali tappe dell'integrazione e delinea le caratteristiche e il funzionamento del modello economico e sociale europeo; la seconda ricostruisce l'intreccio dei fattori che hanno portato alla grave crisi internazionale e ne valuta l'impatto sul futuro dell'integrazione.

Con un bilancio di 280 miliardi di dollari e più di 10.000 dipendenti, la Banca mondiale è l'istituzione leader nella lotta alla povertà, eppure molti la accusano di aggravare il divario tra paesi ricchi e paesi poveri. Poche istituzioni scontano una percezione pubblica così distante dalla loro "missione". A cosa si deve questo scarto? Alla mancanza di informazione sul suo operato? All'inadeguatezza della Banca di fronte a un contesto mondiale in rapida evoluzione? O al prevalere, nella sua agenda, di interessi diversi da quelli dei paesi più poveri?