Nel decimo episodio di Slow News il focus è sui complessi rapporti tra sport e mafia. Tra scommesse, frodi fiscali e riciclaggio, sono tantissimi i metodi che la mafia utilizza per attaccare il settore sportivo. L’intento è quello di fotografare con la massima precisione possibile i motivi per cui due settori che partono da valori assolutamente antitetici possano finire a volte per convergere.
Il punto di partenza è una notizia del 23 febbraio che riguarda un sequestro operato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei confronti di tre fratelli, imprenditori nel settore della grande distribuzione alimentare. Tra gli oggetti del sequestro, anche partecipazioni in 34 società, tra le quali la Vigor Lamezia di Calcio e la Pallavolo Lamezia.
Lo sport italiano ha un valore di quasi 100 miliardi, ed è quindi fisiologico che una così grande ricchezza attiri la mafia, soprattutto se di mezzo c’è anche una quota importante di consenso sociale. Le mafie non sono invincibili, vanno studiate ed esaminate con impegno, anche perché non sono un virus che contagia un organismo sano: sono integrate, non infiltrate. Nello sport, le mafie cercano anche canali di riciclaggio, e lo sport stesso può purtroppo essere veicolo, più o meno consapevole, di questa attività.