Yamid Alonso Silva Torres aveva 38 anni e lavorava come guardiano nel Parco nazionale naturale El Cocuy di Boyacá, in Colombia, dove era responsabile della gestione dell’ecoturismo nel settore La Esperanza. Era anche membro della Junta de Acción Comunal Vereda El Carrizal, il cui obiettivo era ed è ancora attuare azioni di ripristino ecologico nell’area di San Francisco, nel comune di Samaniego. Il 6 febbraio del 2020 Yamid è stato assassinato per essersi preso cura dei tesori naturali dei colombiani. La sua scomparsa non è un caso isolato, ma si colloca sulla scia di una serie di “morti verdi”: quelle che vedono come vittime attivisti e difensori dell’ambiente, uccisi perché schieratisi a difesa delle risorse naturali e riguardo le quali la Colombia detiene un triste primato. Gli artefici del suo omicidio erano probabilmente membri dell’ENL (Esercito di Liberazione Nazionale), per i quali la montagna di El Cocuy rappresenta la base perfetta per istituirvi la propria enclave, da cui muovere operazioni illegali, ritardando i processi di conservazione degli ecosistemi a rischio. Yamid amava la montagna su cui era cresciuto come amava la sua famiglia e i suoi tre bambini. Viveva con Dora, suo grande amore d’infanzia con cui però si era ricongiunto soltanto dopo 17 anni, il tempo del suo servizio nell’esercito e di un altro matrimonio. Nella stanza di Yamid sono rimasti pochi, sostanziali oggetti: un cappello, una ruana, una chitarra che sul retro riporta la scritta: “Dora e Yamid si amano”. Sulla mensola una cornice custodisce una fotografia: al suo interno c’è Yamid sorridente, a fianco di una laguna ghiacciata, in cima alla montagna di El Cocuy Paramo, che amava come una figlia.