Continuiamo a viaggiare in compagnia di Pasolini lungo la sua “Lunga strada di sabbia” nel luglio 1959.
In un giorno, con altri 498 km va da Reggio Calabria a Taranto, poi con altri 150 km va fino a Santa Maria di Leuca e con 501 km da Santa Maria di Leuca a Rodi Garganico, per un totale di 1149 km.
Eravamo in Sicilia e riattraversato lo Stretto, Pasolini torna a Reggio Calabria, e, prima di lasciarla, trova il tempo di soffermarsi a fare una serie di tristi considerazioni su una «città estremamente drammatica e originale, di una angosciosa povertà» scrive.
Poi via, parte per un veloce viaggio lungo la costa Calabrese percorrendo la SS 106 Jonica, guardata a volo d’uccello - soffermandosi con alcune considerazioni su Porto Salvo (l’odierna Melito Porto Salvo), Soverato, Cutro -, per raggiungere, in un solo giorno, direttamente Taranto e cominciare la parte del viaggio dedicata alla Puglia che lo porterà fino a Santa Maria di Leuca, la località più a sud sul tacco della Penisola, e risalendola su su fino a Rodi Garganico.
Scrive «Io mi butto di nuovo lungo lo straniero, il nemico, il seducente Ionio.
Taranto città perfetta»
Arrivato a Taranto si lancia subito nelle sue istantanee sinestetiche cominciando da un piano lungo sul paesaggio della città vecchia e nuova circondata dal mare, per stringere sempre più sui primi piani del lungomare e i primissimi piani delle bagnanti e dei loro osservatori: scrive: lo «spettacolo del brulichio infinito, che mi accompagnerà d’ora in poi, per tutta la costa pugliese»
Dopo Taranto va a Gallipoli e si immerge nel Salento, ma come gli è successo in Sicilia, il demone del viaggio non gli dà il tempo di fermarsi e soffermarsi, sospingendolo giù verso la punta estrema di Santa Maria di Leuca.
Dopo una giornata passata all’estremità del tacco, comincia a risalire lungo la costa pugliese: e a Rodi Garganico in una notte passeggiando solitario sulla spiaggia, nello “sperduto” Salento pensa e scrive: «severo come una landa settentrionale», a Brindisi: «la più caotica, furente, rigurgitante delle spiagge italiane», Otranto e Ostuni «le città del silenzio del Sud», a Bari «il modello marino di tutte le città», poi, fino al Gargano «con la cattedrale, di suprema bellezza, sul mare»