Finalmente siamo a Cagliari, la prima tappa del viaggio in Sardegna.
Il Capitolo si apre nel giorno dell’Epifania sulla banchina del porto e sulle prime impressioni estemporanee di Cagliari.
La narrazione di Lawrence, poetica ed evocativa, sinestetica, ricchissima di particolari e sensazioni, continua a raccontare ogni sensazione e atmosfera, passo passo, momento per momento ogni momento, con precisione ogni personaggio, suono e rumore, inquadra e rende reale ogni ambiente.
Dopo essersi sistemato nell’albergo, non senza qualche difficoltà iniziale a trovare la camera adatta, e aver fatto un ottimo pranzo, inizia a inerpicarsi per le salite scivolose quanto ripide per arrivare in cima e ricercare lo spirito del luogo, guardando ed inquadrando dall’alto la città e il paesaggio circostante.
Scendendo dalla Cattedrale, dove a sera si svolgono gli ultimi scampoli di Epifania, si imbatte con le prime maschere del carnevale.
Poi seduto assieme alla moglie al tavolino del bar del lungomare, osserva la gente e la vita, come il suo solito, pare di essere seduti assieme a loro, di vedere le scene; poi si imbatte nei primi Sardi in costume tipico, una bambinaia e un contadino, dei quali “dipinge” gli abiti nei minimi particolari.
Attirata dal mercato del venerdì, la sua curiosità viene rapita come un bambino in un negozio di giocattoli, facendolo ubriacare con una girandola di prodotti, profumi, colori, che con la sua abituale meticolosità elenca senza fine, compresi i prezzi; coglie e narra la poesia delle verdure accatastate davanti alle donne contadine in costume che stanno sedute pittorescamente vestite nei loro vestiti tipici.
Poi dopo un giorno si nuovo in viaggio verso la seconda tappa sarda: Màndas