CAPUA è un comune della provincia di Caserta in Campania, i cui abitanti son detti Capuani.
Vivace antica cittadina, in pittoresca posizione in un'area del fiume Volturno, cinta in parte da bastioni cinquecenteschi, interessante per ricordi storici, patrimonio monumentale e per il portante museo.
È notevole centro agricolo ed industriale (alimentari, latticini, farmaceutica, mobile, meccanica).
Fondata dai Longobardi sul sito dell'antica Casilinum romana in seguito alla distruzione dell'antica Capua prima e di Sicopoli poi, è stato il più grande e importante centro di Terra di Lavoro fino alla fine del 1700 e più in generale una delle maggiori città del Regno di Napoli, in virtù della sua posizione strategica sul fiume Volturno e sulle antiche Via Appia e Via Casilina.
La sua posizione favorevole e la protezione naturale data dal fiume hanno fatto sì che diventasse prima capitale del principato di Capua, uno stato autonomo esistito per circa quasi 300 anni, e poi un centro di notevole rilevanza strategica per tutti i regnanti dell'Italia meridionale.
Proprio per questo fu città demaniale, quindi non soggetta ad alcun dominio feudale; ha assunto ben presto le caratteristiche di città fortificata con possenti mura, ampi fossati e due castelli a protezione della cinta muraria, rivestendo, insieme a Civitella del Tronto e soprattutto Gaeta, il ruolo di città-fortezza fondamentale ad ingresso e protezione delle terre settentrionali del regno napoletano.
Città d'arte e di studi, oltre che di considerevole tradizione militare, è sede dell'antica arcidiocesi di Capua fin dal suo trasferimento sulle rive del Volturno nell'856, avendo accolto in assoluta continuità la tradizione civile e religiosa della Capua Vetere.
È inoltre nota per il "Placito Capuano", uno tra i più antichi documenti scritti in volgare italiano (il Placito più antico riguardava una lite sui confini di proprietà tra il Monastero di Montecassino e un piccolo feudatario locale, Rodelgrimo d'Aquino.
Con questo documento tre testimoni, dinanzi al giudice Arechisi, deposero a favore dei Benedettini, indicando con un dito i confini del luogo che era stato illecitamente occupato da un contadino dopo la distruzione dell'Abbazia nell'885 da parte dei saraceni.
La formula del Placito Capuano fu inserita nella stessa sentenza, scritta in latino, e ripetuta per quattro volte.
Il Placito Capuano appartiene ai quattro Placiti Cassinesi, conosciuti anche come "Placiti Campani", quattro testimonianze giurate - registrate tra il 960 e il 963 - sull'appartenenza di alcune terre dei Monasteri Benedettini di Capua, Sessa Aurunca e Teano, che rappresentano i primi documenti di un volgare italiano e campano, scritti in un linguaggio che vuol essere ufficiale e dotto.
Oggi la città è parte della densa conurbazione casertana che proprio qui nasce e che si estende fino a Maddaloni; al contempo è parte anche della vasta e fertile pianura chiamata Terra dei Mazzoni, mentre è strettamente connessa con alcuni centri dell'Agro Caleno.