Eredi Piedivico e famiglia
Failed to add items
Add to basket failed.
Add to Wish List failed.
Remove from Wish List failed.
Follow podcast failed
Unfollow podcast failed
Buy Now for $20.99
No valid payment method on file.
We are sorry. We are not allowed to sell this product with the selected payment method
-
Narrated by:
-
Claudio Moneta
-
By:
-
Andrea Vitali
About this listen
Oreste Piedivico, classe 1901, veterinario di Manerbio, provincia di Brescia, è ben visto da tutti nella zona della Bassa che è la sua condotta. Sempre disponibile, sempre pronto a sfrecciare sulla sua Benelli per visitare un mulo e far nascere un vitello, o magari un bambino. È anche un buon partito, e quando decide che non vuol piú essere signorino, trova subito moglie: la Lidovina, figlia unica di un allevatore. Il matrimonio, però, si rivela piú complesso del previsto. Lui non è mai stato tipo da relazioni fisse, e anche se si impegna, nei panni del marito è un po' impacciato. Mentre lei, in quelli della moglie, è proprio spaesata. Oreste accoglie la vita senza farsi troppe domande, Lidovina non smette mai di rimuginare. Sono diversi, e ancor piú diversi saranno i loro eredi. Proprio questi, anni dopo, scopriranno una semplice verità: non c'è bisogno di assomigliarsi per volersi bene.
- Puoi dire ai tuoi clienti che fra un po' avranno il loro piccolo veterinario. Sulle prime il Piedivico non comprese. Con un gesto della mano, indicandosi l'addome, la donna chiarí. Lui rimase a guardare fissamente la Lidovina che, sorridendo, gli spiegò come in genere un marito avrebbe dovuto prendere una simile notizia.
- Dovresti alzarti e abbracciarmi. Non sarebbe male, anche, avere gli occhi lucidi per l'emozione. Era una sera cruda di freddo e di terra dura sotto i piedi, pari a quelle dei giorni che l'avevano preceduta. I colori impoveriti del paesaggio parevano colare sui visi e negli occhi delle persone. Sotto la pelle, al sicuro nella pancia di sua moglie, il sole era alto, immaginò il Piedivico, né mai sarebbe tramontato. Si addormentarono con sulle labbra un'infinità di nomi appena pensati. Sognarono passeggiate, fotografie in bianco e nero, pagelle, dita sporche d'inchiostro. Sognarono mani che accarezzavano il ventre pieno, e neve che aveva il profumo del talco.